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Baraboo

giovedì 1 Luglio 2010

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Battito d'ali

Prophetstown è un piccolo villaggio sorto a metà ottocento sulla sponda meridionale del Rock River, un affluente del Mississippi, a quaranta miglia a est di Davenport. Come la maggior parte di questi nodi posti sulle vie di comunicazione, ha vissuto un passato florido. Il dipinto realizzato da allievi della scuola superiore d’arte sulla parete di un edificio, racconta la celebrazione del 4 luglio 1897, con la banda che suona nella via principale di un paese animato da gente, carrozze e commercianti. Vi ero arrivato dopo un lento spostamento un direzione nord attraverso i campi dell’Illinois centro-settentrionale. Incappato nell’unico motel, il Riverside Motel appunto, mi ero fermato per la notte. Pareva una serata tranquilla: due passi per curiosare e scattare una foto, cena in un ristorante grazioso della via principale, collegamento internet wi-fi rubato ad un certo Robert per aggiornare il mio sito… Al rientro però la voce adirata di una donna proveniente dalla stanza accanto mi aveva messo in agitazione. Pareva discute al telefono per qualche minuto, poi si calmava, poi riprendeva. Prima del tramonto mi faccio notare uscendo sul balcone che collega l’entrata di tutte le camere al primo piano, lasciando la porta aperta. La donna mi imita: esce, la saluto e lei risponde gentilmente, rientra lasciando la porta aperta. Dopo qualche istante riprende a parlare, seduta davanti allo specchio parla a se stessa. Ha evidentemente una doppia personalità. Capisco che sarà una lunga notte.

Decido comunque di non fare nulla: la sento urlare alle 02.30, alle 04.00 e alle 06.30. La stanza di un motel non è certo il posto dove dovrebbe stare una donna che ha bisogno di aiuto. Vi sono persone che vengono abbandonate a se stesse o altre che non hanno la forza o il coraggio di affrontare uno stato depressivo. Così si nascondono al mondo convinte di trovare in qualcosa o in qualcuno un salvagente a cui aggrapparsi. È un vero peccato perché sia la medicina che la società moderna sono pronte a prendere per mano queste persone e accompagnarle fino a quando non hanno ritrovato la strada.
Parto da Prophetstonw con una sensazione di disagio che mi accompagnerà per diversi chilometri.
Il dolce paesaggio collinare al confine del Wisconsin riesce però a farmi cambiare umore e nel pomeriggio approdo a Mount Horeb, un simpatico villaggio dal chiaro stampo norvegese, dove Trolls alti più di un metro e scolpiti nel legno, ti salutano dal giardino di ogni abitazione: la Trollway!
Non funzionando la wi-fi sarò costretto a pubblicare questo articolo più avanti, dopo essermi spostato ancora più a nord, per prendere lo slancio che mi porterà a Chicago, ultima tappa di questo entusiasmante viaggio.
Il giorno successivo infatti, continuo il tranquillo girovagare e, grazie all’ormai consueto cambio di direzione, posso esplorare una regione ricca di laghi e paludi, ma anche di paesi dalla vocazione turistica e da caratteristiche inconsuete come Baraboo.
Baraboo non è un nome inventato, e neppure la parola usata dal Leeloo (Milla Jovovich) quando precipita nel taxi di Korben Dallas (Bruce Willis) nel film Il quinto elemento: “badaboom”.
È il capoluogo della contea di Souk vicino alla quale, sbagliando strada, ho potuto imbattermi in uno strano pennuto dalla testa rossa e alto quasi un metro mai visto prima d’ora. Nel ho messo la foto nel sito, se qualcuno ne conosce il nome…

Ma ora sto divagando troppo.
Notte, Andrew.

4 commenti a 'Baraboo'

  1. Anna scrive:

    Heilà viaggiatore,
    Il pennuto si chiama Sandhill Crane ( Grus Canadensis ) e vive nel Nord d’America e nell’estremo est della Siberia.
    HUG
    Anna

  2. Ale scrive:

    Ciao Andrew,
    che carino “testarossa”… hai fatto bene a fotografarlo!
    Ho letto che tutto procede bene, goditi questi ultimi giorni e a presto!
    Un bacione,
    Ale

    P.S. spero tu mi abbia salutato i Trolls 🙂 e comunque il nome del capoluogo della contea è troppo buffo, mi piace un sacco, davvero originale!

  3. do scrive:

    Ciao Andre
    ti ho abbandonato per qualche giorno, mi sono concessa un anticipo di vacanza e sono andata una scappata al mare.
    Ormai sei agli sgoccioli, tra poco tornerai alla tua solita vita ma con un bagaglio di ricordi ed emozioni che sarà impossibile dimenticare.
    Mi sa che la tua Val Maggia ti sarà un po’ stretta dopo gli spazi sconfinati che in questo mese hai attraversato.
    Cosa altro ti posso dire ……. buon rientro e ……. non vedo l’ora di sentire i tuoi racconti dal vivo.
    Un abbraccio.
    Do

  4. thiarla scrive:

    davvero mi appassionano le tue storie uffy vorrei tanto poter fare anche io viaggi cosi e poi poterli raccontare