Archivio di Ottobre 2013

earls

venerdì 18 Ottobre 2013

IMG_5666

Okanagan Lake

La bionda ragazza ci vede arrivare e subito apre la porta dell’EARLS: “Goog Evening”. Ci chiede se vogliamo pranzare e ci accompagna al tavolo di quello che possiamo definire un PUB raffinato. Su un lato del ristorante un lungo bancone per gli appassionati di sport più incalliti a cui poco sembra interessare la dozzina di cameriere che corrono tra i tavoli in corti abiti neri. Lungo il perimetro a nord la cucina e, udite udite, il forno a legna per la pizza! Dopo quasi tre settimane di viaggio siamo ritornati al punto di partenza: Vancouver. Dopo aver lasciato Jasper cinque giorni or sono, ci siamo diretti a Radium Hot Springs, la cui caratteristica non sono le sorgenti calde ma bensì i numerosi quadrupedi che si aggirano industurbati per la cittadina; cervi mulo e Big Horn sembrano ricordare ai vacanzieri che quella era ed è ancora la loro vallata. Il giorno seguente sfioriamo il confine con gli Stati Uniti per dirigerci a Nelson: dei cactus promessi dalla guida “L.P.” che avrebbero dovuto apparire nelle regioni più meridionali delle Kootenay Rockies neanche l’ombra…, ma ad Erickson ci fermiamo ad acquistare mele e prugne dei produttori locali. Proprio non riesco ad arrendermi all’idea che in Canada vi sia una vasta ed ottima produzione di frutta. Il 14 ottobre, motivati dalle (finalmente) buone previsioni meteo, voltiamo nuovamente a nord verso Revelstoke lungo una delle strade più belle fin’ora percorse: la 31A che da Kaslo conduce a New Denver. Pochissimo traffico, foreste, montagne, il fiume che costeggia la strada: incantevole. Buona anche la colazione servita da Dock & Duck mentre si attende il traghetto a Balfour. La sera decidiamo di tentare il tutto per tutto seguendo la 23 lungo il Revelstoke Lake la cui vallata guarda perfettamente a sud, ovvero a nord per chi insegue l’aurora boreale… è la prima sera di cielo sereno da quando siamo giunti in Canada e, malgrado la luna sia a tre quarti e le probabilità di avvistamento date dai ricercatori di questi fenomeni atmosferici siano bassissime, verso le dieci di sera usciamo dal motel per andare ad appostarci nella piena oscurità che offrono i 120 chilometri di lago artificiale. Dieci minuti di attesa, cinque minuti di spettacolo, poi più nulla. Ma l’abbiamo vista! Dapprima una bolla di luce verdastra sembra esplodere dietro la catena montuosa in fondo alla valle. Poi le luci si spostano sulla linea dell’orizzonte verso occidente. Infine le fiammate si alzano verticalmente come delicati fuochi d’artificio. Il tutto riflesso nel lago. Il giorno seguente saliamo sul Mount Revelstoke per sfuggire alla nebbia che avvolge la vallata; peccato che la strada non sia più aperta sino alla sommità: siamo a fine stagione e la neve incombe. In ogni caso malgrado fossimo i primi ed unici visitatori del parco, di fauna neanche un’impronta… Mercoledì 16 ottobre dirigiamo nuovamente a sud seguendo la 97 fino a Summerland dove, dopo diversi tentativi, riusciamo ad imboccare una strada secondaria che per trenta chilometri non è asfaltata ma che ci regala nuovame il paesaggio canadese da noi più apprezzato. Ceniamo nell’affollatissimo Brown Bridge Pub di Princeton, paesino in stile country, per assaporare una classica bistecca americana. Ed oggi eccoci di nuovo in città per goderci gli ultimi due giorni di questo viaggio. “Tutto a posto?” chiede la ragazza che ci ha servito il pollo al curry con riso.

Buon appetito, Andrew.

Jasper National Park

lunedì 14 Ottobre 2013

B75Q6838

La scorsa primavera la mia attenzione è stata catturata da un documentario per la televisione ambientato nel Jasper National Park. Le spettacolari riprese mostravano le meraviglie della fauna di questa regione. Sebbene fossi consapevole che per riuscire ad avvistare tutti gli animali presenti nel filmato la troupe televisiva aveva passato almeno sei mesi all’interno del parco e probabilmente accompagnata da una guida esperta, quelle immagini hanno costituito la motivazione per la scelta della destinazione di questo viaggio. Un paio di giorni prima dell’inverno per cercare gli animali che una spedizione organizzata ha trovato nell’arco di tre stagioni? Sicuramente una missione impossibile, ma avrei potuto almeno farmi un’idea di cosa fosse realmente il Jasper! Ora so che è molto differente da come l’avevo immaginato: non si tratta infatti di una lunga e ampia vallata, ma piuttosto di una regione montuosa con incastonata una vivace cittadina di nome Jasper. Una lunga strada di montagna, 230 chilometri, che raggiunge i 2000 metri di altitudine abbondanti e permette di guardare i ghiacciai negli occhi, ma anche un crocevia per le terre più a nord, la ferrovia, piste da sci e molto altro. In altre parole un posto dove tornare con calma per poter intaccare la superficie di questa sterminata regione sotto la quale si nasconde la fauna che vorrei fotografare. Ma il tempo stringe così, dopo un paio di giorni, ripartiamo in direzione sud, destinazione Radium Hot Springs, che rappresenta il secondo cambio di programma dettato da una meteo impossibile che gli esperti canadesi non riescono proprio a prevedere…

Notte, A.

Stranezze

sabato 12 Ottobre 2013

Galleria elicoidale

Kicking Horse Pass

Durante un viaggio in un paese mai visitato prima capita di imbattersi in aspetti sconosciuti o che non fanno parte dell’immaginario personale riguardante tali siti. Resta il fatto che talune cose possono veramente stupire. È il caso del paesaggio quasi desertico attraversato lungo la Hwy 99 tra Lillooet e Cache Creek che nulla ha a che fare con le foreste lussureggianti che ci eravamo appena lasciati alle spalle. Eppure proprio qui sono stati girati dei film ambientati in Afghanistan! Merito dell’effetto favonico causato dalla prima catena montuosa che costringe l’aria proveniente dal Pacifico a cedere tutta la sua umidità sul versante occidentale per poi ridiscendere in queste vallate con una temperatura assai più elevata. È così che si possono ammirare ordinati vigneti e visitare aziende vinicole la cui produzione è rigorosamente Sold Out. Quando poi riprendono le più tradizionali foreste eccoci di fronte a gallerie ferroviarie elicoidali che per noi Svizzeri non sono di certo una novità, ma che sono attraversate da treni la cui lunghezza lascia a bocca aperta (i vagoni che si intravvedono nella foto appartengono allo stesso convoglio). Ma le meraviglie che più ci interessano sono ancora da scoprire…

A presto, Andrew.

Ucluelet

domenica 6 Ottobre 2013

Mc Milan Provincial Park

Seduto nel letto della camera del Whiskey Landing Lodge, guardo attraverso la grande vetrata con vista sull’Ucluelet Inlet. Piove; ancorati nel porto i pescherecci attendono di salpare. Il camino riscalda l’ambiente di questa suite in offerta di fine stagione che la proprietaria Cathy ci ha mostrato con entusiasmo. Rientriamo oggi dall’avventura nel Knight Inlet: un piccolo paradiso in terra adagiato tra le mille isole ricoperte da foreste umide a nord-est di Vancouver Island. Tre giorni passati a fotografare i grizzly, accompagnati in motoscafo nel dedalo di isole o a spasso nella foresta. Impressionante, soprattutto per chi è del mestiere, constatare che persino nelle più sperdute montagne raggiungibili solo via mare, l’uomo è già giunto da tempo a devastare la natura. Natura che, grazie al terreno estremamente fertile e a un clima favorevole, riesce a rimarginare le ferite ma che per secoli non potrà più offrire lo spettacolo di una foresta vergine composta da alberi secolari. La vista dall’idrovolante è impressionante: ovunque arrivi lo sguardo si percepisce l’intervento umano che è sbarcato con la scure prima, con le motoseghe dopo e con i più moderni processori oggi. Millioni di metri cubi di legname portati fino all’acqua e trainati lungo i fiordi fino al continente. Mi viene da pensare che la vera corsa all’oro non sia stata quella alla ricerca del prezioso metallo giallo estratto dalle miniere ma quella alla razzia del legname sottratto a queste splendide foreste. Oggi, lungo la strada che attraversa da est a ovest l’isola di Vancouver in direzione di Tofino, un fazzoletto di foresta incontaminata forse dimenticata dalla scure dell’uomo, ci ha fatto assaporare sensazioni che solo chi ha affrontato questo viaggio qualche secolo fa ha potuto veramente vivere.
Buonanotte, Andrew.

Canada 2013

domenica 6 Ottobre 2013

B75Q4904

L’atterraggio all’aeroporto di Vancouver è dolce anche se seguito da una frenata decisa. L’interno dello scalo è decorato con totem in legno e altri oggetti delle popolazioni native. Durante il lungo volo abbiamo conosciuto Stanley Simpson, pensionato che vive a Pentincton sul lago Okanagan, e che ci ha illustrato le particolarità della sua terra. Il clima di quella valata deve essere particolarmente mite se si riesce a produrvi del vino…; prendiamo nota!
L’auto presa a noleggio è una Ford Escape, lo stesso tipo già guidato in Alaska, ma l’ultimo modello. Sembra più un’astronave che un’auto e ci vogliono un paio di minuti prima di capire quali sono i comandi essenziali. Attraversiamo Downtown Vancouver per raggiungere il North Vancouver Hotel, oltre il Lion Bridge, dove passeremo la prima notte. Siamo distrutti dal viaggio tanto che, dopo una doccia rilassante, ci addormentiamo cullati da un violento temporale. A mezzanotte decidiamo di uscire per scattare le prime foto della città. Raggiungiamo la zona industriale per avere una buona vista sulla skyline, ma alcune chiatte ormeggiate al largo ci ostacolano. Non è semplice trovare dei buoni punti di vista in una città sconosciuta se si esce la prima notte. Ci spostiamo nei pressi del Lion Bridge per cercare un’altra inquadratura. Tornando all’auto parcheggiata appena fuori del parco troviamo una pattuglia della polizia ad attenderci, iniziamo bene!
“No problem”, sono le prime parole dell’agente che vedendoci sopraggiungere con macchina fotografica e cavalletto capisce immediatamente che cosa sta accadendo: non si tratta di tipi loschi… Il giovane poliziotto ci spiega che la zona è una delle più ambite della regione e che una delle numerose agenzie di sicurezza che vi fanno la ronda ha segnalato la nostra auto e lui è ora costretto a stendere un rapporto. Una volta prese le nostre generalità ci dice chiaramente che la notte sarà lunga ragion per cui si trasforma in una sorta di guida turistica descrivendoci i migliori punti panoramici per fotografare. Uno di questi si trova lungo la Cipress Highway che porta alle località sciistiche sopra a Vancouver, ed è là che facciamo la terza tappa notturna. Peccato per il brutto tempo! Spronati dai cartelli che informano sul pericolo di attacco da orsi facciamo ritorno all’Hotel per dormire ancora qualche ora.
Domani prenderemo il traghetto per Vancouver Island diretti a Campbell River, tappa obbligata in attesa dell’idrovolante che ci porterà al Knight Inlet.

Buonanotte.