Archivio di Agosto 2012

Two Sisters

venerdì 31 Agosto 2012

Spiritosone...

Seduti nella veranda d’inverno del Two Sisters Bakery di Homer facciamo colazione con un “vero” caffè e un “vero” cappuccino italiano. Lo spostamento di ieri da Palmer a questa cittadina quasi europa ha richiesto molte energie. Il primo tratto di strada percorso lungo il Kenai River è stato ancora una volta emozionante. L’acqua azzurra come i laghetti di montagna, i pescatori lungo le sponde e i turisti che si avventurano con i gommoni sulle veloci, sebbene non pericolose, correnti del corso d’acqua. Poi, dopo le Mistery Hills, il paesaggio diviene più monotono e lasciamo che le miglia scorrano fino alla nostra destinazione. La rara giornata di sole ci permette però di ammirare la catena di vulcani delle Chigmit Mountais oltre il Cook Inlet. La sera abbiamo assaggiato il primo salmone alla griglia all’AJ’s Oldtown Steakouse: ottimo. Oggi il cielo è coperto e decidiamo prendercela comoda: colazione tardi, giro nei Gift Shops dell’Homer Split e lento spostamento verso Soldotna. Prenderemo una stanza al Soldotna B&B Lodge di proprietà di una famiglia che proviene da Grenzach, cittadina del Baden Württemberg nei pressi di Basilea. Qui ci prepareremo per il volo di domani in direzione del Silver Salmon Creek…

Andrew.

Alaska State Fair

mercoledì 29 Agosto 2012

Zucca da 932 libbre...

Tanti auguri a te…

Sono le sei del mattino a Valdez, la piccola Svizzera dell’Alaska, mi sveglio con una voce femminile che mi canta: tanti auguri a te…
Oggi è il mio compleanno. Il cielo è limpido sopra la baia e le vette che la circondano brillano al sole. Non abbiamo il tempo per visitare il Prince William Sound perché tra pochi giorni partiremo per quella che forse è la tappa più impegnativa del viaggio e dobbiamo fare ritorno alla penisola di Kenai. Oggi però la strada che solo ieri sembrava persa nel nulla offre panorami mozzafiato e colori intensi: l’autunno è iniziato nel Matanuska-Susitna Borough. Arriviamo a Palmer nel pomeriggio con l’intenzione di visitare la fiera più famosa dello stato: la Alaska State Fair. Chiediamo indicazioni alla gentile signora che ci ha accolto alla ricezione la quale, inaspettatamente, ci regala due biglietti d’entrata (11 dollari l’uno) e due biglietti per il concerto della cantante country Jo Dee Messina (50 dollari l’uno). È così che ci ritroviamo seduti al sole del tramonto boreale, che scende lento lento in una rara quanto splendida serata, godendoci il concerto.
Al rientro al Valley Hotel c’è tempo ancora per una fetta della famosa torta di mirtilli servita con una pallina di gelato alla vaniglia. E cosa avrei dovuto pensare quando la cameriera si è presentata con la torta guarnita con due candeline accese e cantando: happy birthday to you…?!

Grazie a tutti coloro che mi hanno inviato messaggi di auguri, notte, Andrew.

Nontiscordardime

martedì 28 Agosto 2012

Matanuska Glacier

26 agosto.
Lasciamo Seward di buon mattino in direzione di Whittier, località remota, un tempo segreta, dell’Alaska. Il cielo è plumbeo, la pioggia ci accompagnerà per due giorni, possibilità di fotografare praticamente nulle. Decidiamo così di deviare verso Hope fino al Turnagain Arm per scoprire questo piccolo insediamento. Lungo la strada numerosi sono i luoghi per campeggiare a costo zero sulle sponde del Sixmile Creek, ragion per cui brulicano di giovani…
La Portage Valley è decisamente più interessante, malgrado il cielo coperto. Entriamo nell’Anton Andersen Memorial Tunnel e usciamo nel passato. Whittier, circondato da alte montagne costantemente immerse tra le nuvole, ospitava infatti una base militare costruita durante la seconda guerra mondiale accessibile solo via mare o attraverso i 4,3 km di galleria che la uniscono al resto dell’Alaska. Piove. Raggiungiamo Anchorage e poi Palmer, quindi risaliamo la Matanuska Valley fino all’omonimo ghiacciaio: uno spettacolo avvolto tra le nubi…

27 agosto.
Dopo aver pernottato al Long Rifle Lodge, che potrei definire un container con uno dei panorami più belli che abbia mai visto, riprendiamo la Glenn Hy in direzione est. La prima vera colazione americana ci viene servita all’Eureka Lodge che dal 1940 accoglie i viandanti a circa 1000 metri di altitudine là, dove solo chi ci è stato, può immaginare il paesaggio che accolse i primi pionieri: mille laghi nella tundra lambita dai ghiacciai. Nebbia.
Giunti a Glennallen optiamo per una piccola pausa al visitor center. Curiosando tra gli oggetti di artigianato mi cade l’occhio su un ciondolo di pietra bianca con inciso il fiore dell’Alaska: il nontiscordardime. La mano di Greg Boyd ha fatto un buon lavoro. È mio. Salutiamo Jim, anziano e simpatico padrone di casa, e dirigiamo verso Chitina. La remota località della corsa all’oro, raggiungibile dal Copper River, mi lascia una strana sensazione: chi pensa di aver percorso strade lunghe e deserte, magari durante un viaggio in Arizona, non ha ancora visitato l’Alaska…
In serata raggiungiamo infine Valdez, tragicamente famosa per l’incidente della Exxon Valdez che nel 1989 riversò lungo le coste del Valdez Arm 40 millioni di litri di petrolio. Un raggio di sole!

Buonanotte, Andrew.

L’ultima frontiera

domenica 26 Agosto 2012

Aquila dalla testa bianca

23 agosto 2012.
Alaska, l’ultima frontiera. Così è scritto sulla targa dell’auto presa a noleggio, una Ford Escape bianca, che mi soffermo a leggere mentre carico le valige. Sono appena atterrato all’aeroporto di Anchorage, ho passato la dogana e percorso il lungo passaggio che porta al terminal 2. Piove, la temperatura è di 10 gradi centigradi. Il giusto impatto con il clima dello stato più settentrionale degli USA. Ho lasciato Milano al sorgere del sole dopo aver dormito 4 ore. La sera prima infatti, invece di coricarmi presto, l’ho trascorsa in compagnia di due novelli sposi, Cinzia e Ibrahim, cui avevo promesso di scattare qualche foto al matrimonio. Poche ore di riposo quindi, poi una doccia per rinfrescami dalla notte tropicale e via verso la Malpensa.
Altro particolare che mi colpisce sulla targa è la costellazione dell’Orsa Maggiore e la Stella Polare.
La bandiera dell’Alaska ha lo sfondo blu che ricorda il cielo e il nontiscordardime, fiore simbolo di questo paese. Su questo blu inteso brillano le stelle.
Esco lentamente dal parcheggio della Herz e imbocco la Seward Highway.
Sono passati due anni dall’ultimo viaggio oltre Oceano e molte cose sono successe: qualche mostra fotografica, La Fiaba nel Bosco, ho anche pubblicato un libro. Ma ciò che più importa è che circa due anni fa aveva inizio anche questa avventura. Perché, come dissi allora, un viaggio non comincia quando si fanno le valige ma molto prima, quando un’idea nasce nella testa.
E in questi mesi il pensiero dell’Alaska si è fatto strada sempre più nella mia mente ogni volta che vedevo in tv un documentario o un film ambientato in questa terra estrema. Un viaggio che, a differenza dei precedenti, ho dovuto organizzare più accuratamente, soprattutto nella scelta dei luoghi da visitare, nell’abbigliamento e nell’attrezzatura fotografica.
Ma la novità più grande non consiste in una nuova macchina fotografica o un nuovo obiettivo.
La novità più grande siede accanto a me, mentre costeggio il Granite Creek: ha due occhi verde chiaro, capelli castani quasi ricci lunghi fino alle scapole e un sorriso solare. Si chiama Ellen.

24 agosto
Ci alziamo all’alba, fuori il tempo è nuvoloso. Prepariamo gli zaini con la nuova attrezzatura prima di fare colazione. Questa volta le ore di sonno non son mancate. Appena giunti all’Alaska Saltwater Lodge, incantevole casa in legno tipica di queste latitudini posta sulla spiaggia della Resurrection Bay, dopo due ore di auto (e un volo di 10 ore), siamo letteralmente crollati sul letto.
Dalla veranda semicircolare chiusa che sporge dalla stanza si intravvedono le montagne dalle vette innevate che emergono sull’altra sponda della baia. Le lontre nuotano a venti metri dalla riva col tipico stile a dorso che adottano quando vogliono rompere le conchiglie utilizzando una pietra che poggiano sul petto.
È solo il secondo giorno ma già ci prepariamo per uno dei momenti forti del viaggio: tenteremo di avvistare una balena navigando tutto il giorno su una piccola imbarcazione che ci condurrà fino all’oceano aperto. Nello zaino un solo obiettivo e una sola macchina fotografica, acquistati, dopo cinque mesi di attesa, proprio per questo viaggio: la Canon 1DX con in superteleobiettivo EF 500mm 1:4 L II UMS.
Salpiamo alle 8.00 dal porto di Seward e già lungo la Resurrection Bay possiamo ammirare alcune Aquile dalla testa bianca. Dopo qualche ora di navigazione, al Dora Passage una famiglia di orche ci fa vivere l’emozione più intensa della giornata. Ci inoltriamo poi nella Aialik Bay e, infondo all’Holgate Arm, ammiriamo l’Holgate Glacier il cui fronte scende fino al mare. Alla nostra sinistra il Surprise Glacier. All’altezza dell’Harding Gateway la coda di una balena in lontananza ci illude per un attimo, non la rivedremo più…

25 agosto.
Seguiamo il Resurraction River. La meta della giornata è l’Exit Glacier. La vallata è ampia, ricoperta da foreste di conifere che, nelle zone più umide lasciano posto a pioppi, salici e ontani. Il ghiacciaio continua nel suo inesorabile retrocedere. Cartelli posti lungo la strada e il sentiero indicano dove si trovava la lingua di ghiaccio nelle diverse epoche a partire dal diciannovesimo secolo.
Rientrando a Seward ci fermiamo al Smok Shake, un vagone ferroviario trasformato in ristorante senza grandi pretese ma dall’atmosfera intima. Quello che ci vuole dopo il digiuno forzato del giorno precedente…
Ed ora, finalmente, seduto sulla veranda con vista sulla baia, mentre le barche a vela e i pescherecci passano davanti alla finestra, trovo il tempo per scrivere questo primo articolo!

A presto, Andrew.