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Quattro amici al bar

sabato 20 Settembre 2008

Ombre

Ombre

Gualala, costa del Pacifico 100 miglia a nord di San Francisco. Sono arrivato presto in paese perché la tappa era volutamente breve. Malgrado il tempo ingrato la mattinata mi aveva riservato ancora una volta paesaggi da romanzo: le Mendocino Headlands.

Non ho fatto colazione ma anche se non ho molta fame, penso che un hot dog potrebbe starci bene. L’insegna Saloon mi attrae; entro. Mi dirigo al bancone e subito il barman mi chiede cosa voglio da bere. È un omaccione che trasuda simpatia, dalle chiare origini latine, baffi messicani. Vuole sapere da dove arrivo, e appena dico Svizzera lui lo ripete ad alta voce. Ora anche gli altri tre uomini seduti al bancone, tutti over cinquanta, sanno che sono uno straniero.

L’ultimo in fondo al bancone è il tipico benestante ma alla mano, legge il giornale ma ascolta ogni discorso. Quello in mezzo è “l’uomo del paese”, barba lunga, non si capisce niente di quello che dice. Il terzo, seduto affianco a me, è il tipo impresario. Mi rivolge subito la parola, vuole sapere il mio nome, dice che è stato a Ginevra e che la Svizzera è veramente bella. Spiega al secondo che laggiù si parlano tre lingue… Cerco di esprimermi meglio che posso, racconto del mio viaggio, del mestiere che faccio… sono al centro dell’attenzione insomma. Quando esco stringo la mano a tutti e l’uomo che mi stava vicino dice: buon viaggio fratello…
Eravamo quattro amici al bar…

Verso sera il tempo migliora e anche l’umore, così vado in spiaggia per cercare di catturare un tramonto. Per concludere bene la giornata torno al ristorante che avevo visto nel pomeriggio: il Cove Azul. Specialità di pesce, vista sull’oceano al tramonto: io c’ero.

È incredibilmente tortuosa la strada che segue la costa scendendo verso San Francisco, ma altrattanto bella, e per chi non cede alla tentazione di lasciarla per un tracciato più dolce la ricompensa è unica: il Golden Gate. Non è il ponte più lungo della San Francisco Bay, ma ti mette un nodo in gola… Lo percorro a piedi fino alla metà ed e qui che decido che devo cercare un Motel in centro. Voglio godermela questa città, anche se per poco. Trovo una camera al Broadway Motel sull’omonima strada. Mollo tutto e mi fiondo per le vie.

Ragazzi è come nei film, mi sembra di vedere i mitici Mike Stone e Steve Keller sfrecciare per…”Le strade di San Francisco”… Le case a schiera che sembrano sorreggersi l’un l’altra, le strade con pendenze impossibili, il Cable Car, China Town, il Financial District, e la baia al tramonto…

Ma è già passato e ora, qui a Monterey, raccolgo le forze per le ultime tappe.

Buonanotte Europa, Andrew.

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3 commenti a 'Quattro amici al bar'

  1. Dolly scrive:

    Caro Andrew,

    noi non c’eravamo..sigh, ma leggere le tue storie e guardare le foto è un po’ come esserci, forse perché riesci bene a trasmettere le tue emozioni.
    Vedo che c’è pure la beach girl. ora manca la pretty woman e poi sei a posto..ih ih

    Un abbraccio grande Dolly and Co.

  2. Chiara scrive:

    Caro Andrea,

    Riguardando tutte le tue foto, inizio a pensare e sognare: riesco ad estraniarmi per un attimo dal lavoro, dallo stress, dalla frenesia, dai rumori e da questa nostra società che non guarda più in faccia a nessuno e pensa solo ai propri profitti. Immagino di essere in una qualsiasi delle tue foto per poter apprezzare il silenzio, la natura con i suoi suoni e colori e ascoltare i racconti della gente che si incontra. Questo pensiero mi fa sentire una gran pace interiore e che mi manca moltissimo.

    Posso anche immaginare quanto possano essere ancora più intense le emozioni sul posto.
    Che invidia… mi fa venir voglia di mollare tutto e scappare via!
    Sono molto curiosa di sentire i tuoi racconti “live”.
    Goditi quest’ultima settimana al massimo e a presto.

    Un bacione, Chiara

  3. mariateresa scrive:

    ciao Andrea vedo che il freddo è giunto anche li.. assapora gli ultimi giorni e non lasciarti sfuggire nulla.. un abbraccio.. mt